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lunedì 30 giugno 2008

E il Giallo continua...

Abiti gettati via in Via Ovidio e zona Perriera

Via De Gasperi: scomparso anche l'ultimo cassonetto

Come ogni vero Giallo che si rispetti la soluzione è ben lungi dall’essere trovata e, pur passando i giorni, ancora non sono stati sciolti i dubbi, non sono state date risposte e non è stato individuato il movente.
Stiamo parlando del “Giallo dei cassonetti gialli” (clicca qui per visualizzare l’articolo), ossia della questione dei cassonetti per la raccolta degli abiti usati.
Il Comune ha deciso di sollevare dall’incarico la “Sanlorè”, la Cooperativa Sociale agrigentina che si occupava del recupero del vestiario donato. A distanza ormai di alcune settimane dall’inizio della diatriba, non sono stati fatti passi in avanti nella risoluzione del problema.
Al giorno d’oggi il Comune non ci ha ancora spiegato il motivo per il quale all’improvviso ha fatto ritirare i cassonetti gialli alla Cooperativa, non ci ha chiarito se il contratto tra le due parti è ancora valido o se è da considerarsi carta straccia, non ha fornito delle valide alternative alla Sanlorè, anzi non ha fornito proprio alcuna alternativa col risultato che i cittadini non sanno più quale sia il posto giusto da destinare agli abiti che decidono di non utilizzare più così come dimostrano queste immagini.
Questi sono i risultati che si sono venuti a creare: intere aree destinate abusivamente all’accatastarsi di abiti e pellame di ogni genere che i cittadini, per non gettare in modo indifferenziato nei comuni cassonetti, portano in queste zone nella vana speranza che qualcuno passi a ripulire. Infatti, dal momento in cui la Sanlorè è stata allontanata da Sciacca, gli abiti non vengono più indirizzati allo stato attuale verso nessun ente o associazione che si occupi di ridistribuirli ai più bisognosi e sono alla mercè di chiunque, oltre che degli agenti atmosferici.
L’unica novità sostanziale rispetto alla nostra ultima segnalazione in merito è la scomparsa anche dell’ultimo cassonetto giallo che era sito in Via De Gasperi.
La questione si ingarbuglia ogni giorno di più e nessun segnale giunge da chi dovrebbe essere preposto a dare risposte concrete e rapide ai cittadini.
Noi de L’AltraSciacca torniamo a chiedere:
- Sciacca non aderisce più al Progetto “Abito qui” portato avanti dalla Sanlorè dopo l’avvenuta rimozione delle campane per la raccolta degli abiti?
- Perché, dopo mesi e mesi, durante i quali nessuno si è adoperato sulla questione, all’improvviso è stato richiesto il ritiro di questi cassonetti e perché ciò è avvenuto proprio quando l’intervento di raccolta era stato effettuato e non nei periodi di maggior disagio quando nessun operaio della Cooperativa giungeva a Sciacca?
- Come intende il Comune sopperire adesso alla mancanza di aree predisposte alla raccolta di abiti usati e come intende trasformare questi che al momento sono veri e propri rifiuti in doni di cui potrebbero usufruire le tante famiglie bisognose del nostro territorio?
- Perché non coinvolgere in iniziative di questo genere tutte le Associazioni di Volontariato che operano nel sociale a Sciacca per ricondurre il tutto anche ad una dimensione più locale al fine che tutti i cittadini la possano verificare più facilmente?
E il mistero si infittisce…


domenica 29 giugno 2008

SS. Pietro e Paolo

VANGELO
Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» . Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti» . Disse loro: «Voi chi dite che io sia?» . Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» . E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

La festa dei santi Pietro e Paolo ci spinge a dare uno sguardo nel passato, alle origini del cristianesimo, a fermarci alquanto nel presente per spingerci poi nel futuro. Ci si presentano le figure di questi due giganti della santità, con slancio di grande entusiasmo ma anche con momenti di cedimenti e fragilità. Questo fatto non ci scandalizza, anzi ci incoraggia perché le vette non sono tanto per i sani che pretendono di camminare da soli, quanto per le anime fragili: "Quando sono debole, allora sono forte!", ci confida Paolo. Pietro è un uomo tutto d'un pezzo. Appena sente la chiamata del Signore, lascia tutto per mettersi alla sequela del Maestro. Temperamento forte, deciso, aperto e sincero, è sempre Lui che prende la parola nelle interrogazioni del Signore ai discepoli. Lui fa la sua professione di fede: "Tu sei il Cristo, il figlio di Dio!" Questa confessione gli merita di essere costituito capo della Chiesa anche se la sua presuntuosa sicurezza lo porterà a rinnegare il Signore. Esperienza amara che lo costringerà a usare tanta prudenza nella sua vita privata e nella guida della Chiesa. Testimonia il Signore con la sua morte sul colle Vaticano, crocifisso con la testa in giù, reputandosi indegno di morire nella stessa posizione del Signore. Paolo, inizialmente feroce persecutore dei cristiani, viene ammansito sulla via di Damasco. Da quel momento di grazia, diventerà il più coraggioso e attivo apostolo del Vangelo. Sarà a sua volta perseguitato sia dai Giudei sia dai pagani. Avrà il merito di soffrire per il vangelo come nessun altro. Guiderà la Chiesa che si apre ai pagani nella libertà dalle usanze della legge ebraica e questo non senza grande sofferenza. Dopo aver conosciuto in più periodi la prigionia a causa del vangelo, testimonia la sua fedeltà al Signore con la morte, decapitazione, alle Tre Fontane, in Roma. Il messaggio di salvezza da Pietro e Paolo predicato continua il suo espandersi nel mondo mediante il ministero del Papa, dei vescovi, dei presbiteri e diaconi e dei fedeli stessi... perché ogni credente è missionario. Le festa odierna potrebbe offrirci l'occasione per esaminare il nostro apporto alla diffusione del vangelo, secondo la nostra situazione particolare. E' certo che in ogni circostanza, con l'esempio della vita e con la parola, che rende ragione della nostra fede, si può, anzi si deve rendere testimonianza all'amore che Dio nutre per l'umanità. Credo che tutto questo ci spinga a gettare lo sguardo nel futuro della Chiesa in modo sereno e confidente. Dinanzi a tanta corruzione della società, a scandali... alla mancanza di sacerdoti e di giovani disposti a seguire Cristo per la "via stretta"... si è tentati di cedere alla sfiducia... Vorremmo dire con Giovanni Paolo II e ripetere con Benedetto XVI: "Non abbiate paura!" La navicella di Pietro ha attraversato venti secoli di vita tra continue tempeste... eppure ancora continua la sua corsa... Siamo certi che le porte dell'Inferno non prevarranno. Gesù ha assicurato: "Io sarò con voi fino alla fine dei secoli". Non c'è da temere per la Chiesa che è bene fondata sulla pietra che è Cristo... semmai temiamo della nostra costanza nel seguire il Signore, soprattutto della nostra presuntuosa sicurezza. Il rinnegamento di Pietro ci sia di ammonimento! Le sue lacrime di pentimento, di conforto nei nostri errori.

Nella festa e nella giornata che la Chiesa ha dedicato ai Santi Pietro e Paolo, risale forte l'ansia di cercare e di ricercare, di andare al di là della superficie per osservare e trovare la strada che conduce alla verità ed all'amore. I Due capisaldi della fede cattolica come Pietro e Paolo ci insegnano che una conversione è possibile, è necessaria, nulla è importante quanto scoprire di essere importanti per gli altri. Pietro e Paolo sono stati scelti ed hanno scelto a loro volta guidati dalla mano del Padre, erano nel peccato ma sono stati chiamati. Che le loro parole e la loro guida possa esserci di insegnamento e farci da esempio poichè Non Hanno Avuto Paura di andare contro corrente, Non Hanno Avuto Paura di morire da martiri, Non Hanno Avuto Paura.

sabato 28 giugno 2008

BloccaProcessi è amnistia occulta...

"Gli attacchi ingiustificati rischiano di creare una delegittimazione dell'intera istituzione". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Luca Palamara, a proposito delle affermazioni fatte oggi dal presidente del Consiglio sui magistrati. "Parole quali conflitti, opposizione, tregua non appartengono al lessico dell'Anm che viceversa ritiene indefettibile la coesistenza tra poteri dello Stato, nel reciproco rispetto che significa reciproca legittimazione" dice Palamara, che ribadisce che "il tema che interessa i magistrati italiani è il funzionamento del processo" e che per questo le toghe "chiedono alla politica di migliorare il sistema nell'interesse dei cittadini".
ROMA - Viola l'articolo 111 della Costituzione e cioé il principio della ragionevole durata, la norma che sospende i processi per reati puniti con meno di dieci anni di reclusione. Lo sottolinea la bozza di parere che è stata presentata alla Sesta Commissione del Csm dai relatori Livio Pepino e Fabio Roia. Il testo parla esplicitamente di "mancato rispetto del principio della ragionevole durata dei processi (art.111 Costituzione)", da cui "discenderanno crescenti richieste risarcitorie" in applicazione della legge Pinto. Ma i relatori avvertono anche che la norma "oltre a ledere in modo assai grave gli interessi e le aspettative delle parti offese, può violare anche diritti dell'imputato". La sospensione "riguarderà un numero ingente di dibattimenti" scrivono i relatori, e "secondo alcune stime più della metà di quelli in corso".
E' AMNISTIA OCCULTA "Una sorta di amnistia occulta" applicata "al di fuori della procedura prevista dall'articolo 79 della Costituzione": così i relatori della bozza di parere del Csm, oggi presentata in Sesta Commissione, giudicano un aspetto della norma sulla sospensione dei processi. Si tratta della possibilità per i presidenti di tribunali di sospendere i procedimenti vicini alla prescrizione o che riguardano reati coperti dall'indulto.

(ANSA)

Siamo sull'orlo di una crisi di nervi... direbbe un noto attore americano. Tutti contro tutti. Ma il Premier ha la soluzione per ogni cosa. Quindi mettiamo un punto e basta. I magistrati sono il tarlo della democrazia, sono contro la democrazia perchè portando avanti i processi a carico del premier stanno cercando di ribaltare il voto democraticamente espresso dai cittadini. Mi sfugge un passaggio: Ma in tempo di campagna-elettorale non si parlava di realizzare infrastrutture, lotta alla criminalità, morti bianche, spazzatura e termovalorizzatori in Campania, pensioni e famiglie? Com'è che adesso gli scopi fondamentali del nuovo governo sono ben altri? Ho abbiamo capito tutti male? Non mi risulta che quando migliaia di cittadini sono andati alle urne a preferire il centro-destra abbiano richiesto lodi anticostituzionali o leggi ad-personam. E' il nuovo governo che sta sovvertendo il voto e le promesse democraticamente accettate fornendo in pochi mesi il "meglio di sè"... Chi sovverte chi o cosa? L'Italia ha votato per migliorare economia, togliere debiti, salvare l'Alitalia, ammodernare, togliere tasse, dare posti di lavoro, NON per salvarsi da condanne, beghe legali, togliere intercettazioni, dare immunità a chi governa, eliminare migliaia di euro di ICI a danno delle casse comunali e dei Comuni che adesso per forza di cosa vanno ad aumentare altri tipi di imposte. E quindi che cosa ne abbiamo giovato? O ne hanno giovato coloro che posseggono per prima casa villa, grattaceli e castelli.....Dobbiamo sentirci prendere in giro, dobbiamo sentire che questi decreti valgono per tutti e non solo per il premier: certo! Chi tra noi non ha centinaia di processi minori a carico? Anzi se qualcuno di noi li avesse, altro che lodo salva-carcere...niente potrebbe salvarci. L'italia vive una crisi che nemmeno riusciamo ad immaginarlo, all'estero ridono di noi grazie a lui..., ci sono rimasti l'arte, il sole, il turismo e, già...la monnezza. Quella non è scomparsa dalle strade (anzi sta per arrivare pure in Sicilia), ma solo dalle TV e dai giornali. Conflitto di interessi? Si, ma quella è un'altra storia...

Marco Travaglio - Considerazioni

venerdì 27 giugno 2008

Pronto Lodo su Immunità cariche Stato.....

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha detto che una nuova versione del "lodo" che prevede l'immunità per le massime cariche dello Stato sarà presentata nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo.
"Ci stiamo orientando per limitarne l'applicazione alle cariche già previste nel 2003 con la probabile eccezione, però, del presidente della Corte costituzionale", ha detto il Ministro agrigentino Alfano in un'intervista - specificando che la nuova versione del cosiddetto "lodo Schifani" sarà presentata "venerdì, al prossimo Consiglio dei ministri".
"La durata della sospensione non potrà superare quella del mandato. La sospensione congelerà la prescrizione e sarà rinunciabile", ha aggiunto, precisando che la norma farà "bene al paese" perchè contribuirà ad abbassare il livello di polemica, permettendo di "legiferare in materia di giustizia con serenità".


(da Agrigentoflash.it)

Non abbiamo ancora capito perchè ma quasi tutti i primi provvedimenti dell'attuale governo riguardano o riguarderanno a breve argomenti di Giustizia. Evidentemente qualcuno al potere cerca di appianare le proprie querelle giudiziarie trovandosi nell'impossibilità di sistemare le questioni di pubblica utilità. Evidentemente è molto più facile o più urgente sistemare processi che minerebbero credibilità e decisioni, evidentemente lo Stato Italiano è in mano a persone che ancora non hanno capito che i cittadini aspettano provvedimenti importanti per la propria vita, per risollevarsi. L'Italia è in coda nelle classifiche europee per quanto riguarda l'economia eppure è di fondamentale importanza risolvere questioni intime con la scusa-giustificazione che comunque sono "lodi" che riguardano "tutti"... chi non teme le intercettazioni tra di noi? chi non ha centinaia di processi minori in ballo con giudici "inimici" che ci odiano? chi non è al potere tra noi e quindi si aspetta la doverosa immunità?... chi non ha i castelli e palazzoni tra noi e quindi l'eliminazione dell'ICI ci farà risparmiare migliaia di euro?.... RISVEGLIATI ITALIA...
.... E guarda e leggi cosa le maggiori testate giornalistiche mondiali pensano di noi... siamo lo zimbello dell'Europa e del Mondo...i "nostri" sotterfugi giuridici sono criticati da tutti i giornali e redazioni televisive mondiali, e noi invece tutti in silenzio a lasciare che tutti arraffino tutto... Informare per Riflettere, Riflettere per Capire.
Satira - Crozza Italia


(ASCA) - Roma, 25 giu - Fischi al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi sono arrivati stamane dalla platea di imprenditori aderenti alla Confesercenti. L'episodio e' scaturito dalle affermazioni del premier sulla magistratura. Riferendosi alle proprie vicissitudini giudiziarie Berlusconi ha infatti raccontato che ''mentre prima trascorrevo il sabato pomeriggio a trovare i miei collaboratori ammalati adesso lo passo con i miei avvocati, per affrontare i problemi di giudici politicizzati che sono la metastasi della nostra democrazia''. Subito la platea ha iniziato a fischiare interrompendo il discorso del premier che, senza batter ciglio ha voluto sottolinare: ''Io pero' ho fiducia nella magistratura''. E qui nuovi fischi. Berlusconi ha poi continuato dicendo di ''essere sempre stato assolto perche' il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto''. Il premier ha poi ricordato che ''dal 1994 ad oggi le spese per gli avvocati per lui ammontano a 174 milioni di euro''.

Mix tra il buon samaritano e il povero della porta accanto, sempre innocente, solo perseguitato dalla legge, sempre vittima, sempre vittima del sistema, lo stesso sistema che tiene in pugno e di cui è a capo....
Vorrei scrivere The End... ma temo avremo nuove puntate...

giovedì 26 giugno 2008

Molecola n°25 - Ripenso al tuo sorriso

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,

se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie

sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...

(Eugenio Montale, da "Ossi di seppia")

Nella traccia di uno dei temi sottoposti agli studenti per la prima prova scritta dell’esame di maturità 2008, c’era anche una poesia di Montale, tratta da “Ossi di seppia”Si chiedeva al candidato di individuare e commentare le parti in cui si parlava del ''ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile'', peccato che la poesia “ripenso al tuo sorriso” sia stata dedicata dal premio Nobel ad un uomo, il ballerino russo Boris Kniaseff.
“Ripenso il tuo sorriso è una delle poesie più liriche di Montale, dedicata a un compagno di scuola” spiega la poetessa Luisa Spaziani, che è stata a lungo legata sentimentalmente al poeta. “È bello e strano – dichiara la poetessa – che l'abbiano scelta per gli esami di maturità. Mi compiaccio molto di questo fatto. ‘Ripenso al tuo sorriso’ non ha nulla a che fare con le donne, non ha agganci politici o sociali. È un invito a tornare a leggere la poesia nei suoi valori musicali e emotivi”. E allora da questa gaffe abbiamo imparato a leggere o rileggere una bella poesia, e speriamo che qualcuno al Ministero abbia imparato che agli studenti va chiesto impegno e serietà, prima di tutto dandone dimostrazione pratica.

Travisare le parole e le intenzioni di un individuo è sempre cosa deplorevole, a amggior ragione se si tratti di un poeta, di un Premio Nobel ed addirittura di un esame di stato per il quale molti studenti in tutta Italia sono stati costretti a sbagliare ed a esprimere situazioni che lo scrittore non aveva minimamente pensato. Il poeta utilizza la memoria per tornare indietro negli anni e parlare di un vecchio amico, ricorda il suo volto e di conseguenza la sua anima, ricorda il suo aspetto ed il suo essere puro, schietto e puro come acqua. Esprime una parte del proprio passato in una delle sue liriche più intense e vissute con compiaciuta emozione. E' una delle perle tratte da "Ossi di seppia", chi l'ha scelta non ha però scavato un pò più a fondo, si è fermato alla superficie tralasciando la parte più importante di una poesia: il reale spaccato di vita che voleva riportare alla luce.

Ivan Segreto - Occhi Notte

mercoledì 25 giugno 2008

Salviamo le Terme di Sciacca

Leggi, Firma e Diffondi la Petizione.... "Salviamo le Terme di Sciacca" (in alto a destra, in questo blog)

Statuto della petizione
Le Terme di Sciacca stanno attraversando una crisi senza precedenti, la classe dirigente che la gestisce ha fallito, la struttura termale non è più in grado di fornire un adeguato servizio agli utenti, un'ente che si definisce "privato" che per andare avanti ha bisogno di finanziamenti regionali pubblici, dipendenti ostaggio dei dirigenti e dirigenti ostaggio dei dipendenti, stipendi che non arrivano ma anche personale che non espleta a dovere le proprie funzioni lavorative, compensi abnormi per dirigenti non-operativi quando invece la società è sull'orlo della bancarotta, la villa che si presenta in condizioni igienico-sanitarie precarie e, più in generale, una situazione per la quale stiamo toccando (o abbiamo già toccato) il fondo. A chi dobbiamo dire Grazie per tutto quello che si è venuto a creare?

Chiediamo:
LE IMMEDIATE DIMISSIONI DEL CDA DELLE TERME DI SCIACCA;
UNA RIPARTIZIONE DELLE CARICHE IN SENO ALL'ENTE TERMALE E TRA I DIPENDENTI CHE NON SIA PIU' DETTATA DAI PARTITI POLITICI MA DECISA IN BASE A DEI CONCORSI PUBBLICI E TRASPARENTI CHE PREMINO TUTTI COLORO CHE SONO VERAMENTE MERITEVOLI;
IL RIPRISTINO DI TUTTI I SERVIZI TERMALI,COMPRESI IL RECUPERO DELL'ANTICA SEDE SITUATA NELLA VALLE DEI BAGNI,DELL'ACQUA "SANTA" CHE SGORGA NELLE VICINANZE E DELLE STUFE DI SAN CALOGERO;
UNA NUOVA SOCIETA'CHE, IN UN PROGETTO A LUNGO TERMINE, SIA ATTENTA ANCHE ALLE NUOVE POTENZIALITA' TURISTICHE ED ECONOMICHE DATE DALLA CREAZIONE DEI BEUTY CENTER E DALL'IMBOTTIGLIAMENTO DELLE PREZIOSE ACQUE CHE SCIACCA HA LA FORTUNA DI POSSEDERE;
INFINE MA NON PER ULTIMO CHE LA CLASSE POLITICA LOCALE, PROVINCIALE, REGIONALE, SOPRATTUTTO I DEPUTATI SACCENSI NONCHE'IL NOSTRO ATTUALE SINDACO, ESPRIMANO IL LORO PARERE SULLA VICENDA, INTERVENGANO, ORGANIZZINO CONFERENZE STAMPA SULL'ARGOMENTO, AUSPICANDO PERCIO' LA FINE DEL SILENZIO (SPECIE LOCALE) SULLA QUESTIONE DETTATO SPESSO DA OBBLIGHI POLITICI E PARTITICI CHE IMPEDISCONO A CHI DI DOVERE SIA DI AFFRONTARE IL PROBLEMA, SIA DI AFFRONTARLO CON LA DOVUTA OBIETTIVITA' POLITICA ED INTELLETTUALE.

martedì 24 giugno 2008

Citazioni per Riflettere.... Voltaire

Voltaire è lo pseudonimo dello scrittore francese Francois Marie Arouet (Parigi, 1694-1778). Proveniente da una famiglia dell’alta borghesia, frequentò le migliori scuole gesuitiche e si fece notare per il suo acume presso tutte i salotti della Parigi bene. Arrivò presto a farsi notare anche dalla corte francese grazie alla fama donatagli dalle sue composizioni poetiche come “La Ligue” del 1723. Grazie all’eredità paterna, ad una pensione relagatagli dal monarca ed al frutto delle sue opere, non ebbe quasi mai problemi economici e potè dedicarsi completamente alla speculazione filosofica e letteraria.
I suoi problemi cominciarono quando entrò in contatto con le idee democratiche che cozzavano contro il regime assolutistico francese. Le opere delle seconda fase risentono di un forte sentimento critico nei confronti del regime, sono ispirate dalle nuove correnti razionalistiche, democratiche e materialistiche. Scrisse “Le temple du guste”, “Lettres philosophiques”, “Discours en vers sur l’homme”, sintesi del suo pensiero epicureo. Il suo nuovo stile lo portarono in attrito tanto con la Chiesa quanto con i principali aristocratici francesi e fu costretto all’esilio in Inghilterra ed, in generale, a viaggiare molto trovando sempre però mecenati disposti ad accoglierlo, proteggerlo ed avvalersi del suo pensiero.
Fu il simbolo dell’Illuminismo francese, le sue idee civili originali e dirompenti, il vigore polemico, il coraggio nell’esporle, rendono la sua opera di grande valore storico e fanno dello scrittore uno dei capisaldi ideologici di quella che di lì a poco dalla sua morte sarà la Rivoluzione Francese.


Ecco alcuni dei suoi aforismi più celebri:

- Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto
- Io combatto la tua idea che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita affinchè tu la tua idea possa esprimerla liberamente.
- Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.
- Gli uomini sono uguali. Non la nascita ma la virtù fa la differenza.
- L’amore è di tutte le passioni la più forte perché attacca contemporaneamente testa, cuore e corpo.
- Quando una verità è chiara è impossibile che nascano partiti e fazioni.
- Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti.
- Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all’umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.
- Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una singola campagna di guerra.

lunedì 23 giugno 2008

Intercettazioni: Bavaglio alla Stampa

Il disegno di legge in 17 articoli, approvato dal Consiglio dei ministri, attende ora il vaglio del Parlamento. Nel frattempo, l'opposizione preannuncia una "dura battaglia" e minaccia di far saltare il dialogo, giornalisti e magistrati protestano e i cittadini si chiedono se fosse davvero questa la "sicurezza" che volevano si garantisse loro. Il Ddl che è stato presentato come il paladino della privacy degli italiani è un testo che ha suscitato e continua ad alimentare feroci polemiche. Un dibattito che trova la sua ragion d'essere nella vigorosa stretta che la proposta di legge vuole imporre alle indagini giudiziarie e al diritto di cronaca. Vediamo cosa cambierebbe, se venisse approvato così com'è alle Camere.


Obbligo di silenzio Il magistrato non può mai in nessun caso rivelare particolari di un procedimento ancora in corso e a lui affidato, nemmeno sotto forma di commento.
Divieto di pubblicazione "E' vietata la pubblicazione anche parziale o per riassunto o nel contenuto, di atti di indagine preliminare, nonché di quanto acquisito al fascicolo del Pm o del difensore, anche se non sussiste più il segreto, fino a che non siano terminate le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare". Inoltre, saranno conservate sotto chiave dal Pm per tutta la durata del processo e dovranno esssere distrutte una volta passata in giudicato la sentenza.
Chi si può intercettare Secondo il ddl del governo le intercettazioni possono essere utilizzate nelle indagini per delitti per i quali è previsto l'ergastolo o la reclusione superiore ai 10 anni. Nella fattispecie: criminalità organizzata, terrorismo, rapina aggravata, estorsione aggravata, sequestro di persona a scopo di estorsione, traffico d'armi, riduzione in schiavitù, prostituzione minorile, produzione e traffico aggravati di stupefacenti, delitti contro la pubblica amministrazione puniti con almeno 5 anni di reclusione (ad esempio concussione e corruzione), pedofilia, ingiuria, minaccia, usura, molestia o stalking.Tra gli esclusi eccellenti, figurano i reati di: omicidio colposo, incesto, sfruttamento della prostituzione, estorsione, sequestro di persona, accesso abusivo a un sistema informatico, rapina semplice, usura, ricettazione, contrabbando, associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta (es. caso Parmalat), truffa allo Stato e falso in atto pubblico (accuse da cui ha preso avvio lo scandalo della clinica Santa Rita).
Come vengono disposte le intercettazioni Per richiedere un'intercettazione il pm non ricorrerà più al giudice ma a un collegio di tre giudici. Nessuno, inoltre, potrà essere intercettato per un periodo superiore a tre mesi. Inoltre, se due intercettati per un reato svelano al telefono il nome del possibile autore di un diverso reato, ed è solo la telefonata a fornire questo dato, con le nuove regole costui non potrà essere intercettato.
Le pene per chi rivela atti d'indagine "Chiunque rivela indebitamente notizie inerenti ad atti del procedimento penale coperti dal segreto dei quuali è venuto a conoscenza in ragione del proprio uffficio o servizio - si legge nel ddl - svolti in un procedimento penalo o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza è punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Se il fatto è commesso per colpa la pena è della reclusione fino a un anno". Per i giornalisti che pubblicano intercettazioni, invece, la pena è "arresto da 1 a 3 anni e ammenda da 500 a 1032 euro".



Si tratta di togliere il sonoro alla giustizia ed alla magistratura, di eliminare prove e mascherare reati e colpevoli, tante beghe di recente italica memoria non verranno più alla luce e la Stampa non potrà più compiere il dovere ed il diritto di informare... in attesa di salvare il salvabile per l'Italia, c'è chi pensa a salvare prima sè stesso, ad appianare i propri problemi legati alla giustizia, specie nei casi in cui l'archiviazione sembra ormai impossibile. Con un colpo di mano..tutto torna pulito, legale e legittimo. E molti in silenzio a far finta di nulla, a far finta di non capire...di chi è la colpa? RISVEGLIATI, ITALIA

domenica 22 giugno 2008

Mostra Amatoriale "SciaccaVistaDaNoi"

BANDO DI PARTECIPAZIONE ALLA MOSTRA FOTO-VIDEOGRAFICA 2008 “Sciacca vista da noi ”

L’ associazione di promozione sociale “L’AltraSciacca“, con il patrocinio del Comune di Sciacca, pubblica il bando di partecipazione alla prima edizione della mostra foto-videografica “Sciacca vista da noi”.

REGOLAMENTO
Partecipazione ed Obiettivo
La partecipazione è aperta a tutti gli appassionati di fotografia amatoriale (non professionisti), senza limiti di età e cittadinanza. L’obiettivo della mostra è dare visibilità a tutti coloro che si esprimono col mezzo fotografico o video (tradizionale o digitale) e far conoscere e apprezzare Sciacca attraverso la loro fotografica. La partecipazione alla mostra è gratuita.
Tema
Le opere dovranno affrontare il tema “ Sciacca ” evidenziando le bellezze architettoniche, le tradizioni e la molteplicità di paesaggi della città. Le opere presentate potranno essere a colori o in B/N.
Modalità di partecipazione
Le foto e i video con i quali si intende partecipare alla selezione dovranno essere inviati all’indirizzo di posta elettronica: mailto:%20mostra@sciaccavistadanoi, o consegnate personalmente in un cd previo appuntamento chiamando al numero 392/9579442 entro e non oltre il 31 Luglio 2008, allegando la SCHEDA DI PARTECIPAZIONE (SCARICABILE QUI), compilata in ogni sua parte. Le foto potranno pervenire in formato elettronico oppure stampate in qualunque formato. I video dovranno essere in formato PAL alta qualità.
Selezione
Le foto e i video da esporre saranno selezionati da una commissione di membri dell’associazione che opereranno in base ai seguenti principi: inerenza al tema proposto, requisiti del buon gusto, dell’etica e della morale comune,qualità delle opere, quantità dei partecipanti e spazio disponibile. In base al numero di richieste pervenute e agli spazi disponibili, l’organizzazione si riserva di anticipare la chiusura delle iscrizioni. In tal caso sarà data comunicazione tramite il sito ufficiale http://www.sciaccavistadanoi.it/
Esposizione
Le opere selezionate saranno esposte per la durata di una settimana, dal 31 Agosto 2008 (giorno d’inaugurazione) al 7 Settembre 2008, periodo durante il quale avrà luogo anche la proiezione dei video.
Autorizzazione
Ogni autore deve essere in possesso di tutti i diritti sulle immagini fotografiche e sui video sia sulle successive elaborazioni, è personalmente responsabile di quanto forma oggetto delle opere presentate e ne autorizza l’utilizzo senza alcun fine di lucro. Con l’invio delle opere ciascun autore (salvo diversa indicazione), autorizza il trattamento dei propri dati con mezzi informatici o meno da parte dell’ associazione organizzatrice per lo svolgimento degli adempimenti inerenti alla mostra. Il materiale inviato non sarà restituito ed entrerà a far parte del patrimonio artistico della manifestazione. In caso di pubblicazione sarà obbligatoriamente citato il nome dell’autore. L’autore, inoltre accetta la pubblicazione delle proprie opere sui siti http://www.sciaccavistadanoi.it/ e http://www.laltrasciacca.it/.
L’organizzazione si riserva di effettuare controlli sulle fotografie presentate al fine di verificarne l’autenticità e garantire il corretto svolgimento della manifestazione.L’associazione L’altrasciacca, ai sensi dell’art. 10 della legge 675/96 (tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali) informa i concorrenti che il trattamento dei loro dati personali, avrà lo scopo di identificare gli autori delle fotografie nelle varie occasioni in cui queste saranno esposte o pubblicate.

Scadenze ed Esclusione
Entro il 31 Luglio dovranno pervenire tutte le immagini e i video da selezionare accompagnate dalla scheda di partecipazione compilata in ogni parte.Saranno esclusi dalla partecipazione del seguente bando tutti coloro che non si atterranno alle norme sopra elencate (con le relative clausole, i tempi di consegna e la compilazione della scheda allegata).
L’organizzazione, pur assicurando la massima cura e attenzione, non è responsabile per eventuale danneggiamento o furto delle opere esposte.
La partecipazione al concorso implica l’accettazione incondizionata del presente bando. L’associazione L’AltraSciacca si riserva la facoltà di apportare le modifiche che si dovessero renderenecessarie al fine di una migliore realizzazione dell’evento.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile telefonare al seguente numero telefonico 392/9579442 ; oppure mandare una mail all’indirizzo info@sciaccavistadanoi.it
- SCHEDA DI PARTECIPAZIONE (CLICCA QUI PER SCARICARE)


sabato 21 giugno 2008

Facciamo il punto...ed a capo.

Sono passati due mesi e mezza da quando il nuovo governo Berlusconi si è insediato dopo un consenso largo e deciso e queste sono i principali decreti-legge realizzati per lo sviluppo del nostro beneamato Paese:


1 Salva Rete 4 (chiamato anche Salva Emilio Fede): come avremmo fatto senza l'imparziale telegiornale del grande giornalista, non poteva e non doveva finire sul satellite... ogni minimo spazio televisivo è fondamentale a maggior ragione quelli concessi dagli amici.

2 Decreto Anti-Intercettazioni: Le intercettazioni per i reati gravi (superiori ai possibili 10 anni di reclusione) non saranno più pubblicabili, o addirittura non saranno più consentiti, si leda la privacy (legge che subentra o scompare a giorni alterni, dipende per chi si applica), mentre per i reati minori saranno legittimate. Quindi tutte le marachelle, intrallazzi, frodi bancarie, danni allo Stato saranno coperti, insabbiati e non ne potremo saper più nulla, se uno di noi ruba la marmellata le nostre telefonate finiranno su "Il Giornale"...(il nome della testata non è casuale)

3 Abolizione dell'ICI sulla prima casa: Tassa già decurtata del 50% dal governo Prodi, viene completamente eliminata. Quindi se io per la mia casa risparmio la bellezza di 100 euro, il Premier & Company risparmieranno miliardi dato che le loro prime case non sono simili alle nostre... con l'aggravante che i Comuni rischiano la bancarotta, saranno costretti ad aumentare le altre tasse comunali per rientrare del debito e per la Sicilia è stato previsto il decurtamento delle spese per la realizzazione delle Infrastrutture Pubbliche... (e le nuove Autostrade? e il Ponte?....)

4 Archiviazione per i Processi Minori: tutti i numerosissimi processi a carico del Premier saranno annullati, niente frodi, niente falsi in bilancio, sbagliano tutti contro di lui, è un complotto contro il Cavaliere, non c'è una sola di queste accuse causa di centinaia di processi a suo carico che abbia fondamento... anzi i Giudici adesso vengono "ricusati per grave inimicizia" come se a giudicarti quindi dovrebbe essere un giudice Amico...; Ha causato un grave precedente, ha delegittimato la magistratura completando l'opera iniziata anni fa col famoso decreto-legge sul "legittimo sospetto" (Decreto Cirami).

Inoltre una strana casualità: avete prestato attenzione che nei servizi televisivi non si parla più di gente che non arriva alla fine del mese? di pensioni minime inaccettabili a confronto dei loro compensi? Avete fatto caso che l'immondizia della Campania è sparita dai telegiornali..ma non dalle strade? Non si parla più di caro-spesa? di inflazione in costante aumento? di famiglie che navigano a vista? In due mesi e mezzo tutto è migliorato... cappero che velocità... ne sono, anzi ne siamo (visti i risultati delle ultime elezioni provinciali ed amministrative) tutti estremamente felici...
Dopo tutti questi decreti in favore del cittadino, aspettiamo con ansia i prossimi, per dare il giusto plauso ed applauso a chi lavora per il bene di tutti noi. In fondo non siamo tutti fratelli e figli del premier?

venerdì 20 giugno 2008

Molecole di Vita n°24 - Passato

I ricordi,
queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati
da un vento funebre.
E tu
non sei più che un ricordo.
Sei trapassata
nella mia memoria.
Ora sì, posso dire
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo
che l'amore
brucia la vita
e fa volare il tempo.

(V.Cardarelli)

Il poeta compie un viaggio tra i propri ricordi e quindi nel passato, trova istanti che pensava rimossi e che invece sono lì, a perenne memoria del tempo fu e che non potràmai più essere. Ricorda il proprio amore passato e ormai lontano, ciò che è stato e che ha lasciato dentro, nel cuore e nei pensieri.
Tante volte ci capita di immergerci tra i ricordi,succede spesso all'improvviso, senza un reale motivo ci ritroviamo in anni trascorsi, in momenti che non esistono più nel nostro presente ma,il ricordo dei quali, potrebbero condizionare il futuro.
Ci muoviamo tra pensieri di cristallo poichè poco rimane del tempo passato, un alito di vento, un sussulto,occorre avere il coraggio di andare avanti, di pensare a ciò che ci aspetta nel futuro più vicino o più distante. E' la nostra vita che si mettein gioco e noi dobbiamogiocare con essa, essere pronti a lottare, a correre, a crederci, a sognare, a continuare ad amare, sempre e comunque... poichè è questo ciò che conta alla fine del viaggio, del percorso, la quantità e la qualità del nostro amore, quanto avremo amato e vissuto per l'amore, a prescindere dal passato.
Anche se "brucia la vita e fa volare il tempo", non abbiamo alternative. Il tempo si fa poesia, l'aria si colora d'emozione e tutto quello che ci circonda diviene vita, presente, futuro, fondamento del tempo. I ricordi sono maestri, la memoria si trasforma in museo, l'amore in mezzo e fine dell'esistenza.

giovedì 19 giugno 2008

Discorso alla Luna

“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui di fatto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo… Noi chiudiamo una grande giornata di pace… Sì, di pace: ‘Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà’.
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell’amarezza… E poi tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino. Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l’augurio della buona notte”.

(Sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II - Papa Giovanni XXIII).

Decalogo della quotidianità di papa Giovanni XXIII

Solo per Oggi
1) Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
2) Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
3) Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
4) Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
5) Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7) Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
8) Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.
9) Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.
Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.

Dedicato alla figura carismatica di Papa Giovanni XXIII

mercoledì 18 giugno 2008

Il Mondo che Vorrei...

"La realtà che vedo mi fa schifo": non usa mezzi termini Vasco Rossi, intervistato dal Tg3 della sera sul suo nuovo disco, Il mondo che vorrei. Vasco conferma così il senso unitario del suo nuovo album che, dice, si affida "al sogno e all'illusione". Vasco al tg3 ha poi parlato anche della collaborazione al suo disco, registrato a Los Angeles, di alcuni celebri musicisti, come Slash, ex chitarra dei Guns and Roses: "gli americani - ha detto - sono professionisti: Slash ha studiato il pezzo a casa e quando è arrivato l'ha suonato subito...".

TORNA VASCO, E' SEMPRE ROCK CHE FA SOGNARE
di Paolo Biamonte

ROMA - Vasco Rossi è proprio un caso a parte nella musica italiana. Venerdì esce 'Il mondo che vorrei', il suo nuovo cd, e intanto sono già sold out le due date di Roma allo stadio Olimpico, il 29 e il 30 maggio, quelle di Milano a San Siro, il sei e il sette giugno e la prima di Ancona allo stadio del Conero il 14 giugno. I biglietti sono ancora disponibili per le date del 15 giugno ad Ancona, il 21 a Mestre per l'Heineken Jammin' Festival, il 27 giugno a Salerno e il Quattro luglio a Messina. 'Il mondo che vorrei' è il ritratto perfetto del Vasco uomo e artista oggi. Va detto subito: nessuno in Italia fa dischi come lui, con una produzione rock di livello assoluto, un sound caratteristico e immediatamente riconoscibile e il contributo di musicisti strepitosi da Slash, il guitar hero ex Guns and Roses e oggi Velvet Revolver, Vinnie Colaiuta, una leggenda della batteria partito dalla band di Frank Zappa, Lee Sklar, storico bassista del rock californiano, Michael Landau, grande firma della sei corde degli studi di mezzo mondo per fare solo qualche nome. Per portare a termine il nuovo disco ci sono voluti due anni di lavoro ma il rocker di Zocca non ha perso il suo tocco. Continua a raccontare la sua vita facendo delle canzoni lo strumento per trovare un posto nel mondo. Con un'abilità speciale nel comporre brani destinati a diventare inni per le generazioni che continuano a ingrossare le file dei suoi fan. Se un filo conduttore si può identifcare nei vari brani è sicuramente nella capacità di sognare vista come rimedio alla realtà sempre più da reality show, come quella descritta in 'Basta poco', il pezzo che chiude l'album e che era già da tempo stato messo in rete. "Ed è proprio quello che non si potrebbe che vorrei / ed è sempre quello che non si farebbe che farei / ed è proprio quando arrivo lì che ritornerei" è l'autoritratto tracciato nel 'Mondo che vorrei' una delle ballate dell'album, insieme a 'E adesso che tocca a me', una sorta di nuova 'Va bene così' e a brani d'amore o sull'amore come 'Vieni qui' e 'Non vivo senza te' dove c'è una delle strofe più belle del disco: "vuoi che lo canti in una splendida canzone / così la sentirai da milioni di persone /, non vivo senza te /, scrivere una canzone è come ballare per ore /, prima di cadere a terra finito nello sforzo finalmente morto". Ovviamente c'è molto spazio per il Vasco Rossi rocker senza se e senza ma, come quello che inneggia alla donna che "riempie i jeans" con le schitarrate incendiarie di Slash, o nell'ironia che esplode nell'accensione rock della strofa di 'Dimmelo te', nel quasi 'nu metal' di 'Cosa importa a me', nel muro di chitarre di 'Qui si fa la storia' e 'Non sopporto'. Registrato tra Los Angeles e Bologna, prodotto da Guido Elmi e realizzato con gli inseparabili compagni d'avventura Tullio Ferro e Gaetano Curreri con il contributo di Celso Valli, 'Il mondo che vorrei' celebra i 30 anni di carriera di Vasco Rossi. "Fin dal mio esordio con 'Ma cosa vuoi che sia una canzone' il linguaggio musicale che ho sempre usato è il rock oggi è soltanto eseguito meglio", ha detto il Blasco. Anche i temi delle canzoni sono fondamentalmente gli stessi, anche se il punto di vista è inevitabilmente cambiato con l'età e la condizione di star. I fan non stenteranno a trovare punti di contatto con i lavori precedenti così come non sarà difficile constatare come ogni volta Vasco riesca ad aggiungere qualcosa dal punto di vista della qualità musicale. Saranno stampate 4500 copie del singolo e 4000 dell'album in vinile, in edizione limitata e numerata. (ANSA).

Il 4 Luglio allo stadio "Celeste" di Messina Vasco Rossi in concerto, ore 21:30. Tutti a Messina, io ci sarò... un evento unico... non vedo l'ora, finalmente.

martedì 17 giugno 2008

Risultati definitivi: Elezioni provincia di Agrigento, 2008

Il nuovo presidente della Provincia Regionale di Agrigento è ufficialmente Eugenio D'Orsi. Ma la vittoria del candidato del centrodestra, scelto alle 3 di mattina, e ferocemente criticato da alcuni settori del centrosinistra, i sostenitori l'avevano iniziata a festeggiare già alle 19,30, con gli spogli ancora in alto mare. I primi dati, ufficiali e ufficiosi, sancivano già nettamente quello che sarebbe stato il risultato che, oggi, ha confermato lo spoglio definitivo.Ad accogliere D'Orsi intorno alle 21 al suo comitato elettorale in via Imera, Vincenzo Fontana, il presidente uscente ora neodeputato, Roberto Di Mauro, leader del Mpa ed assessore regionale, il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro e tanta gente comune, il cui numero ha per qualche momento perfino rallentato il traffico veicolare.

D'Orsi esponente del centro-destra ha ottenuto il 68% delle preferenze contro il 15% di Vivacqua (PD) e l'8% di Arnone...a seguire tutti gli altri.

Questi i nomi degli eletti al Consiglio provinciale per lista e per numero dei voti.

Per il Pdl Riccardo Gallo 4.273, Angelo Bennici 3429 voti, Leo Vinci 3387, Nicolò Testone 3053, Ivan Paci 2873, Carmelo D'Angelo 2975, Gioacchino Zarbo 2735, Orazio Guarraci 2431.
Per il Mpa Salvatore Scozzari 2183, Calogero Martello 2013, Giuseppe Picone 1893, Ignazio Tavormina 1590 voti, Calogero Lo Leggio 1585, Gaetano Militello 1505.
Per l'Udc Carmelo Pace 3936, Salvatore Montaperto 3630, Francesco La Porta 2439, Arturo Ripepe 2373, Giovanni D'Angelo 1861.
Per Alleanza Azzurra Luigi Sutera Sardo 2790, Gaetano Nobile 2685, Raimondo Buscemi 2252, Rosario Marino 2045, Mario Lazzano 1275.
Per Sicilia forte e libera Matteo Ruvolo 2415 e Davide Gentile 2320.
Per Democratici autonomisti Giuseppe Terrazzino 1294.
Per il Pd Pietro Giglione 1799, Stefano Girasole 1785, Ezio Di Prima 1784, Ettore Di Ventura 1738, Daniele Camilleri 1463.
Per La Sinistra Carmelo Avarello 842.
Per Rifondazione comunista Antonino Spoto 520.
Per La DestraRoberto Gallo con 298 voti.

(agrigentonotizie.it)


Buoni risultati per i principali candidati saccensi che sono stati quasi tutti eletti ed a cui rivolgo i miei migliori auguri per un proficuo e deciso lavoro sia che si trovino alla maggioranza sia che si trovino all'opposizione.
In generale invece ancora una volta non posso non sottolineare il desiderio sfrenato dei siciliani di non cambiare e di non voltare pagina. La provincia di Agrigento in particolare dopo la lunga gestione Fontana ha raggiunto il considerevole traguardo dell'ultimo posto tra le province d'Italia considerando tutti i settori della vita pubblica e politica: il premio è riconfermare la stessa parte politica! Misteri...o assurdità. Premesso comunque il rispetto per gli elettori e per la scelta democratica, La verità è che la Sicilia è una di quelle terre che "Ha Bisogno" e fin quando avrà bisogno... gli ideali, le idee, i progetti non potranno mai prendere piede perchè attecchiranno più facilmente e più velocemente voti di scambio, denaro, clientalismo, promesse, lasciando sempre quella condizione di eterna indigenza, fondamentale presupposto per ogni futura e prossima elezione.
Ai nuovi dirigenti nazionali, regionali, provinciali il compito di mutare questo stato di cose, hanno il dovere, i numeri, la responsabilità di farlo(e sarò il primo ad applaudire se ciò dovesse accadere, lasciatemi quantomeno i miei dubbi e scetticismi), e all'opposizione il compito di vigilare, di proporre, di opporsi quando necessario ma senza ciechi ostruzionismi, il compito di creare, si spera, le condizioni e il terreno per la classe dirigente di domani.
Per tutti specialmente il dovere di creare le condizioni per una provincia migliore, per una valorizzazione concreta delle risorse del territorio partendo dalla pesca e dall'agricoltura, per un area che non sia più giudicata per l'alta densità mafiosa, per una provincia che non sia più all'ultimo posto nella classifica nazionale.

lunedì 16 giugno 2008

Chiusura della Prima Stagione Concertistica


Si è conclusa a Sciacca la Prima Stagione Concertistica che si è svolta da marzo a giugno, organizzata dall'Associazione Culturale Musicale "Il Contrappunto" e diretta dal Maestro Antonio Bono il quale sicuramente potrà ritenersi soddisfatto della partecipazione e del successo dei concerti. Si sono alternati all'interno del Cinema Campidoglio "I Solisti Sicani" che hanno aperto e chiuso la stagione, i "Kouros Saxophone Quartet", L'Esemble di Chitarre "V.Bellini", il "Duo Mediterraneo", il "Trio Harmonia Mundi", il concerto lirico del tenore Giuseppe Veneziano accompagnato dai "Solisti Sicani".

Mi auguro vivamente che possa il prossimo anno tenersi la Seconda Stagione Concertistica perchè la gente saccense e dei paesi limitrofi è apparsa affamata di musica cosiddetta "classica" e ritenere che certi generi appartengano solo ad un lontano passato è come non dar peso alle proprie radici. Mi auguro altresì che le autorità competenti, gli enti, l'Amministrazione comunale possano essere maggiormente sensibili nei riguardi di queste manifestazioni e contribuire quantomeno in parte alla realizzazione di un progetto che arricchisce e dona nuova linfa agli abitanti del nostro territorio.

Mi preme inoltre ricordare che il 26 giugno (ore 21)si terrà il concerto di beneficenza "Musica per l'Africa" il quale vedrà l'esibizione dei "Solisti Sicani" diretti pregevolmente dal Maestro Bono e soprattutto sarà l'occasione per aiutare i bambini di Usolanga, un lontano villaggio della Tanzania in cui c'è bisogno di tutto. Il progetto prevede la realizzazione di una scuola che possa istruire ed educare questi bambini... il tutto è seguito da vicino dal Dott.Marinello che si reca periodicamente in Africa, in Tanzania ed a cui verrà affidato il compito di portare a termine questo progetto. L'associazione "Il Contrappunto" e l'associazione "Basta poco per farli sorridere" quindi vi invita a partecipare e dimostrare generosità. Il biglietto avrà il costo di 10 euro ed il concerto si terrà all'interno del Cine Campidoglio.

Un piccolo gesto per noi, una grande speranza per loro....

domenica 15 giugno 2008

Elezioni Provincia di Agrigento 2008

attivismo politico? scherziamoci su...

AGRIGENTO - Sono cinque i candidati alla presidenza della Provincia regionale di Agrigento. Il centrodestra (Pdl-Udc-Mpa) punta su Eugenio D'Orsi, dirigente scolastico, attuale segretario provinciale del Mpa ed ex assessore provinciale.
La scelta di D'Orsi è avvenuta nella notte in sostituzione dell'avvocato Antonino Maria Cremona, sulla cui designazione i partiti alleati avevano espresso più di una perplessità, generando anche malumori in seno agli autonomisti.
Due i candidati di area Pd: l'avvocato Giandomenico Vivacqua, indicato dalla segretaria provinciale del partito e l'avvocato Giuseppe Arnone, esponente nazionale di Legambiente, attuale consigliere comunale del Pd, in aperto contrasto con la dirigenza locale del partito agrigentino.
Il quarto candidato è il medico Renato Bruno sostenuto da Idv, Socialisti, Sinistra l'arcobaleno, Verdi e il movimento di Rita Borsellino. 'La Destra-Fiamma tricolorè ha candidato Domenico Incardona, dirigente del tribunale di Agrigento, in servizio presso la Procura.

Gli agrigentini sono chiamati nuovamente alle urne a distanza di poco tempo rispetto all'ultima tornata elettorale. Ci sono cinque candidati ed è possibile esprimere la propria preferenza domenica 15 giugno dalle ore 8 alle 22 e lunedì 16 giugno dalle ore 7 alle ore 15.
Secondo me avremo una bassa affluenza alle urne... credo invece che a dispetto di tutto, sia fondamentale scegliere e non ritrovarsi scelte espresse da altri per noi. L'Eventuale turno di ballottaggio si terrebbe il 29 giugno. Non resta che attendere e capire se, ancora una volta, i siciliani vogliano davvero cambiare le cose o se preferiscano essere soggetti alle norme di potere che ci hanno guidato negli ultimi anni... Agrigento è la penultima provincia di Italia (dopo Enna...) e Sciacca sta per essere trascinata anch'essa nel baratro. Esprime un voto di cambiamento, secondo coscienza, secondo ideali, a persone che davvero possano mutare e dare la svolta alla nostra società sicula...è questo il mio auspicio, è questa la mia speranza.

sabato 14 giugno 2008

Molecola n°23 - Sabbie Mobili

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia' si e' ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia' si e' ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.

~ Jacques Prevert ~


Il poeta paragona gli occhi della donna amata a due onde in cui il proprio sguardo possa annegare ma il tutto si scioglie solo negli ultimi versi, all'inizio nessun termine sembra ricondurci alle pupille ed alla vista. Occhi nei quali ritrovare demoni e meraviglie, ossia tutte le cose positive e negative della vita e dell'amore.
Gli occhi sono sempre stati oggetto di termini poetici, vengono definiti "gli specchi dell'anima" e forse è proprio così. Perdersi nella luce di chi si ama è semplice, è semplice non ritrovare più la strada del ritorno, scompaiono tempo, idee, gente attorno, si è da soli, col proprio amore. La ricerca avviene gradualmente, il tempo scorre ma sembriamo non accorgercene, siamo presi dal movimento della nostra anima, ci lasciamo condurre, trasportare come velieri sospinti dal vento... fino a quando non incrociamo quello che avevamo sempre cercato, desiderato, sognato, voluto...e allora, ci fermiamo. Sappiamo che siamo giunti a destinazione, troviamo il porto e speriamo di diventare noi porto di conseguenza, banchina, attracco. Abbiamo una luce, una fiamma accesa che ci conduce per tutte le strade del mondo, molti si affannano a darle nomi sempre diversi... non cogliendo il fatto che non è un nome che conta ma il fine, lo scopo, il come, il perchè...
... un cammino non è vero cammino se siamo soli ad intraprenderlo, molte luci si alterneranno a farci da faro al nostro passaggio, tutte degne, tutte fondamentali, ognuna di loro rappresenterà una persona a cui abbiamo voluto bene e che ci ha lasciato un pò di sè, poi avremo la Luce definitiva e non ci sentiremo più soli, e non saremo più soli.


venerdì 13 giugno 2008

Basta Morti Bianche


Ansa - Mer 11 Giu - 22.31
''Basta con le stragi sul lavoro'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano di fronte al terribile incidente di Mineo in cui hanno perso la vita sei lavoratori. Gli operai sono morti mentre pulivano il filtro di una vasca all'interno di un depuratore consortile. E' accaduto in Sicilia, a Mineo, a 35 km da Catania. La nuova tragedia sul lavoro sembra sia stata causata dall'inalazione di sostanze tossiche. ''Questa ulteriore strage, quest'altro gravissimo episodio di carenza di tutele e di misure di prevenzione, da parte di soggetti pubblici e privati, ripropone l'imperativo assoluto di interventi e controlli stringenti per la sicurezza sul lavoro e per spezzare la drammatica catena di morti bianche''.
Una catena che conta oggi, in Italia, nove vittime. Altri tre lavoratori hanno perso la vita in varie parti d'Italia, oltre ai sei della Sicilia. A dare l'allarme, a Mineo, e' stato un collega, allertato dai familiari degli operai che non li avevano visti tornare per il pranzo. L'uomo e' andato sul posto e li ha trovati morti. Ha dato subito l'allarme e poi per lo choc e' stato colto da un malore. Ora sta meglio. Inalazione di sostanze tossiche, scossa elettrica o forse il fango riversato da una pompa che, per motivi da precisare, avrebbe riempito la vasca di una sorta di 'sabbie mobili' le ipotesi al vaglio degli investigatori.
STRAGE IN UN DEPURATORE DEL CATANESE, MORTI SEI OPERAI Sono morti dentro una stanza dell'impianto di depurazione probabilmente per l'esalazione di sostanze tossiche, anche se non viene esclusa l'ipotesi di una scarica elettrica. I corpi dei sei lavoratori erano uno sopra l'altro, come se ognuno di loro avesse cercato di salvare il collega di lavoro, senza farcela. E' il film dell'ultima 'strage bianca' consumatasi a Mineo, un paesino della piana di Catania. Le vittime sono due operai specializzati di Ragusa, Salvatore Tumino di 47 anni e Salvatore Smecca di 51, e quattro dipendenti del comune di Mineo (Giuseppe Zaccaria, di 47 anni, Giovanni Natale Sofia, di 37 anni, Giuseppe Palermo, di 57 e Salvatore Pulici, di 37. I cadaveri sono stati scoperti da un dipendente del comune che nel pomeriggio si e' recato nell'impianto, a circa quattro chilometri dal centro abitato, dopo che alcuni familiari dei lavoratori, non vedendo tornare i propri congiunti per l'ora di pranzo, si sono recati in municipio per avere notizie.
''Sono morti abbracciati uno con l'altro, quasi certamente nel tentativo di salvarsi a vicenda'', dice Don Mine' Valdini, parroco della chiesa di Sant'Agrippino, patrono di Mineo. ''Sono morti - aggiunge il sacerdote - con un gesto d'amore. Un atto di generosita' che purtroppo non e' servito a nulla''. Per il recupero dei corpi, avvenuto nella tarda serata, e' intervenuta una squadra speciale dei sommozzatori dei vigili del fuoco, la Saf (speleo alpino fluviale), che si sono calati nella vasca con bombole di ossigeno. Secondo una prima ricostruzione i due operai avrebbero calato una scala in alluminio nella vasca che ogni mercoledi' veniva ripulita e sarebbero entrati con un tubo che immette acqua ad alta pressione in un locale per pulire il filtro dai fanghi di depurazione che poi sarebbero stati caricati su un camion. A quel punto, per motivi che ancora non sono stati accertati e su cui indaga la Procura di Caltagirone, i due si sarebbero sentiti male e gli altri quattro sarebbero via via intervenuti per aiutarsi a vicenda. ''Li abbiamo trovati uno accanto all'altro, in fondo alla vasca, coperti da un sottile strato di fango - dice Salvatore Spano', comandante dei vigili del fuoco di Catania - Quasi certamente hanno tentato di salvarsi prima di rimanere intrappolati dentro quella 'camera della morte'. Stiamo facendo tutti i rilievi necessari, con l'ausilio del nostro nucleo specializzato in interventi chimici e batteriologici, per trovare una spiegazione''. E il colonnello Giuseppe Governale, comandante provinciale dei carabinieri, aggiunge: ''La situazione e' complessa, stiamo verificando con delle perizie tecniche per capire cosa puo' essere accaduto''. I sei operai vengono descritti come persone esperte. Giuseppe Zaccaria era rientrato proprio oggi dalle ferie appositamente per i lavori che si dovevano svolgere nel depuratore comunale. Era infatti il responsabile della sicurezza della struttura, assieme a lui e' morto anche il custode. Dopo avere appreso la notizia, i familiari delle vittime si sono recati nell'impianto, trasformato in un luogo di dolore e commozione. ''Voglio vedere Giovanni, e fatemi vedere subito mio figlio, non ci posso credere...'' ha urlato la madre di Giovanni Natale Sofia. La donna sostenuta da due familiari ha cercato di varcare il cancello, controllato da carabinieri e vigili urbani, ma inutilmente. Sulla stradina che si inerpica verso Mineo, tra rovi e fichi d'india selvatici e piccole strade sterrate il dolore dei parenti delle vittime e' stato evidente ma sommesso, quasi controllato. Tutti si sono abbracciati cercando di darsi inutilmente conforto e sostegno. La moglie di una delle vittime, giovanissima, ha urlato: ''Perche' proprio a me, mio Dio non e' possibile''. Al centralino del municipio una donna risponde in lacrime: ''Erano nostri colleghi, bravissimi colleghi''. Il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, si e' subito recato nel depuratore. ''C'e' troppo dolore, le vittime le conoscevamo tutti e il paese e' sconvolto - dice con la voce rotta - non so cosa fare ma credo che sia evidente a tutti che domenica prossima alle amministrative qui si dovranno annullare le elezioni, non so chi potra' andare a votare''.
SACCONI CONVOCA SINDACATI E IMPRESE Di fronte all'ennesima tragedia sul lavoro, il ministro del Lavoro sacconi ha convocato per domani pomeriggio le organizzazioni piu' rappresentative del mondo dei lavoratori e delle imprese. Per Sacconi e' urgente la predisposizione di ''un Piano nazionale di intensa collaborazione tra le parti sociali e le istituzioni per diffondere condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, attraverso i prioritari investimenti in prevenzione, formazione e informazione''.
Il segretario nazionale della Fiom-Cgil Giorgio Cremaschi parla di una ''nuova ThyssenKrupp questa volta a Catania''. ''Vogliamo uno sciopero generale e nazionale per la salute e la sicurezza del lavoro - annuncia Cremaschi - ed e' chiaro che nessuno puo' minimamente pensare di mitigare le leggi e il nuovo testo unico che anzi vanno applicate con tutto il loro rigore''.
''Alle famiglie dei sei lavoratori che hanno perso la vita va la vicinanza e l'aiuto concreto mio personale e del governo'', ha detto in conferenza stampa a Napoli il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dicendo di aver ''chiesto al ministro del Lavoro di recarsi sul posto per verificare la dinamica dell'incidente''.
Il Senato ha osservato un minuto di silenzio per i sei operai morti in Sicilia, su invito del presidente Renato Schifani. Dopo aver letto la notizia del grave incidente, Schifani ha ricordato l'urgenza di reistituire la commissione di inchiesta sulle morti bianche anche in questa legislatura. ''E' una tragedia orribile che colpisce e ferisce la coscienza di tutti noi. Sei operai, sei uomini morti cosi', uno dietro l'altro, devono essere un monito: lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose non hanno funzionato'', dice Walter Veltroni. ''Le leggi - aggiunge - anche per iniziativa del precedente governo, ci sono e occorre farle funzionare soprattutto per prevenire e controllare, per impedire situazioni di terribile pericolosita'. Ora il mio pensiero va a quei sei operai uccisi e alle loro famiglie''.

Cosa si può aggiungere ancora dinanzi a tragedie di questa dimensione e portata? Nulla, il dolore ed il silenzio vanno a prendere il posto della rabbia e della lotta. 6 Famiglie distrutte per sempre... tra un paio di giorni nessuno parlerà più di loro. L'onda emotiva, i decreti di legge paventati, le minacce a chi non fa rispettare le regole...questo dura solo pochi giorni... l'orrore e la vergogna, invece, non ci abbondonerà mai!
Manca la cultura della legalità, ognuno fa da sè, ognuno cerca e trova l'inganno, le leggi non vengono fatte applicare e non viene quasi mai fornita la possibilità di farle applicare, subentra la politica, l'amicizia partitica o personale e il tutto finisce con l'essere insabbiato. E' facile oggi dire "mai più morti bianche", molto più facile lasciare che nulla cambi, in attesa delle prossime tragedie.

giovedì 12 giugno 2008

La Protezione delle Aree Verdi




Come ogni anno in questo periodo, in molte zone boschive d’Italia vengono appiccati in modo più o meno accidentale degli incendi che vanno a minare il nostro patrimonio naturale di flora e fauna.
Purtroppo anche nel territorio saccense e nell’hinterland, la stagione estiva risulta essere la più difficile per parchi e zone verdi.
Le aree boschive presenti lungo il Monte Kronio le quali si protraggono fino ad arrivare alla zona San Calogero, tutti gli anni puntualmente vengono presi di mira dal fuoco. L’ultimo in ordine di tempo è quello divampato lo scorso lunedì 9 giugno sul versante ovest del Monte Kronio e che stava quasi per raggiungere delle abitazioni private abitate sottostanti di poco la Basilica collocata sul sito.
Ogni anno, quindi, centinaia di ettari di vegetazione in tutta Italia ed anche nella nostra provincia vanno in fumo. A volte la questione è da ricondurre ad intenti malavitosi e criminali i quali intravvedono nella distruzione delle aree verdi il fine per ottenere facili e lucrosi guadagni, altrettante volte, però, gli incendi sono causati dalla noncuranza e dalla negligenza di noi cittadini verso i veri polmoni delle nostre città ed, in generale, verso tutte quelle cose che sono di demanio pubblico.
Noi de “L’AltraSciacca” intendiamo, perciò, con il presente resoconto, attenzionare su di un problema che spesso viene ignorato o sottovalutato elencando brevemente piccole e facili precauzioni da seguire al fine che le nostre aree verdi vengano salvaguardate e protette principalmente da noi cittadini.

Cosa fare per evitare incendi boschivi:
- Non gettare mozziconi accesi di sigarette o di fiammiferi;
- Non accendere fuochi nei pressi di aree boschive;
- Non bruciare stoppie, paglia e rifiuti vari a maggior ragione quando c’è vento o la vegetazione è secca;
- Non abbandonare rifiuti nei boschi, specie carta e plastica che sono combustibili facilmente infiammabili;
- Non parcheggiare mai l’automobile sopra o in prossimità di foglie secche;
- Ripulire le aree più soggette al pericolo-incendi dalla vegetazione infestante e dai rifiuti dannosi, soprattutto nelle zone antistanti le abitazioni;
- Non smettere di sensibilizzare mai gli altri sulla necessità di salvaguardare il nostro già esiguo patrimonio naturale anche per non facilitare i processi di erosione e desertificazione che stanno interessando, negli ultimi decenni, molte regioni meridionali del nostro paese tra cui la Sicilia.

Cosa fare in caso di incendio boschivo:
- Cercare di mantenere sempre la calma;
- Telefonare immediatamente al 1515 (CFS) o al 115 (VV.FF.)
- Cercare una via sicura come il ciglio di una strada o un corso d’acqua;
- L’Incendio non è uno spettacolo, quindi non sostare ad osservarlo, specie in caso di forte vento;
- Proteggersi dal fumo con un fazzoletto bagnato d’acqua sul volto all’altezza delle vie respiratorie;
- Non provare mai a spegnere il fuoco da soli;
- Non ostacolare le operazioni degli addetti preposti allo spegnimento degli incendi.
Come abbiamo visto, per la sopravvivenza delle nostre aree verdi, occorre solamente un po’ di attenzione e di buona volontà seguendo queste semplici regole e facendo leva sul comune senso civico. Il nostro patrimonio naturale, sia quello nazionale che quello locale, va rimpicciolendosi ogni anno di più e poche sono le aree verdi di cui i cittadini possono godere: tenerle pulite ed evitare di danneggiarle è preciso dovere di ognuno di noi.

mercoledì 11 giugno 2008

Inno all'Amore

LETTERA DI SAN PAOLO

INNO ALL’AMORE

Se parlo le lingue degli uomini ed
anche quelle degli angeli,
ma non ho amore,
sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.
Se ho il dono di essere un profeta
e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
ed una fede da smuovere i monti,
ma non ho amore,
io non sono niente.
Se do ai poveri tutti i miei averi,
se offro il mio corpo alle fiamme,
ma non ho amore,
non mi serve a nulla.
Chi ama è paziente e generoso,
chi ama non è invidioso,
non si vanta né si gonfia d’orgoglio.
Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse,
non cede alla collera, dimentica i torti.
Chi ama non gode dell’ingiustizia,
ma la verità è la sua gioia.
Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia,
tutto sopporta e mai perde la speranza.
Cesserà il dono delle lingue,
passerà la profezia,
finirà il dono della scienza,
ma l’amore non tramonterà mai.
Quando ero un bambino,
parlavo da bambino
e da bambino pensavo e ragionavo.
Ora sono un uomo e la mia visione è confusa,
come in un antico specchio.
Ma un giorno sarò di fronte a Dio,
che al presente conosco solo in parte,
e quel giorno lo conoscerò come lui mi conosce.
Ma già ora so quali sono le tre cose che contano:
la fede, la speranza e l’amore.
Ma più grande di tutte è l’amore.


Lettera di San Paolo


La fede di cui si parla è talmente completa da smuovere, sradicare, squarciare. Quindi una fede che fa miracoli. I sacrifici più eroici, i carismi stessi di assistenza fino alla rinuncia completa a tutti i propri beni ed alla propria vita in favore dell'Altro possono essere vuoti davanti a YHWH Dio se non sono ispirati dall’agape.
Non serve a nulla se la motivazione è ostentazione, desiderio di piacere, provocare l'approvazione degli altri. Perciò l'Amore (cosmico) 'è paziente',è lentezza alla collera, serena magnanimità, subisce le ingiurie senza restituirle, è vittoria sul risentimento e la vendetta, è benigno, clemente, affabile, fa del bene a chi gli fa del torto.
Mentre gli altri doni spirituali differenziano i possessori, l'Amore li unisce, questo amore dunque ripudia ogni gelosia. L'invidia nasce in effetti dal sentimento della propria indigenza mentre sì vede in altri quello che ci manca. Ma nella unità del corpo di Cristo ciascuno è infinitamente ricco di beni spirituali comuni tra tutti e conseguentemente l'invidia è esclusa. Non si mostra superbamente, l’amore si astiene da ogni ostentazione vana. Non agisce sconvenientemente, non viola le convenienze. Paolo ci parla della dimenticanza della decenza, dei riguardi, di mancanza di tatto, delle relazioni fraterne.
L'amore va di pari passo con il sentimento dell'onore e del rispetto dell'altro e di noi stessi. E’ disinteressato: preferisce il bene comune al bene proprio, ai fini personali, non cerca ciò che non gli appartiene. E' contento di consegnare ad altri anche ciò che gli appartiene di diritto. Di più l'amore non serba rancore: non fa entrare nei suoi calcoli il male che le viene fatto e, di conseguenza, non trama il male. L’amore rifiuta l’ingiustizia, il senso di superiorità. Gode di tutto ciò che è giusto, ha relazione alla fiducia, l'Amore è portato ad interpretare tutto in bene, non è reso credulo all'eccesso ma confida nel prossimo, in cui non perde mai la fiducia.
Paolo ci parla anche degli atteggiamenti del bambino.
Forse sottoindende anche alla sua condizione prima della chiamata in Cristo. La sua Fede in YHWH era già sbocciata ma mancava della completezza in Cristo. E’ implicita una maturazione, 'mi sono fatto uomo', non solo fisicamente. L'amore, in conclusione, è inseparabile dagli altri tre doni. Ma il più eccellente è l'amore perché è definitivo, perfetto e raggiunge YHWH Dio in se stesso. Gli antichi chiamavano questo amore completo... AGAPE.

martedì 10 giugno 2008

Intervista a Prandelli


L'allenatore della Fiorentina Prandelli e il calvario della moglie scomparsa: La malattia, le cure, il dolore, la fine. E l'obbligo di ricominciare.
Questa è la storia di un uomo e una donna. Come ce ne sono tante. È la storia di un amore. Come a volte esistono. È la storia di un dolore. Come quelle che prima o poi ci sbattono addosso perché non può esserci una vita senza dolore. L'uomo si chiama Cesare Prandelli. Ha cinquant'anni. Alla fine della terza media voleva iscriversi al liceo artistico, si è ritrovato invece geometra perché la mamma gli raccomandava: il diploma, Cesare, il diploma... Voleva diventare architetto perché gli è sempre piaciuto pensare, creare, costruire qualcosa. Anche solo un'idea. Ha fatto invece il calciatore. Ha vinto con la Juventus qualche scudetto e una coppa campioni, si è distrutto le ginocchia e ha smesso presto, senza barare, a trentadue anni. Oggi è l'allenatore della Fiorentina, ma qui se potessero lo farebbero sindaco, presidente di tutti i posti in cui è previsto un presidente e, perché no?, persino papa e santo, naturalmente subito.

La donna si chiama Manuela Caffi, è sua moglie. È morta all'ora di pranzo del 26 novembre dell'anno scorso. Aveva quarantacinque anni. Quel giorno era un lunedì, il giorno in cui i calciatori e gli allenatori si riposano. "Fino alle dieci della domenica era lucidissima. Io e i miei figli durante le ultime ore ci siamo messi nel letto con lei. L'abbracciavamo, la accarezzavo, le parlavamo di continuo. I medici della terapia del dolore, che lei chiamava i suoi angeli, ci hanno spiegato che i malati terminali perdono per ultimo il senso dell'udito, ma riconoscono solamente le voci dei familiari, quelle degli estranei si trasformano in un rumore metallico. Porto dentro di me le sue ultime parole. Ma non riesco a dirle, a farle uscire. È troppo dura".
Dopo tre mesi è la prima volta che Cesare Prandelli accetta di raccontare la sua Manuela. Nella sala riunioni della sede della Fiorentina. Una t-shirt bianca e un maglione arancione, il fisico da ragazzo, lo sguardo sulla fede che porta al dito, un bicchiere d'acqua sul tavolo che a un tratto si rovescia e lui va nello sgabuzzino, prende uno straccio e asciuga il pavimento mettendosi in ginocchio. Si deve pur ricominciare, da qualche parte, in qualche modo.

Potremmo partire dalla terra, la sua. Da Orzinuovi, provincia di Brescia.
"Di lì si parte e lì si torna. Dove sono nato e cresciuto, dove vivo ancora nella casa dei miei. Papà è morto che avevo sedici anni, mamma sta con me. A Orzinuovi sono Cesare e basta. C'è la piazza Vittorio Emanuele, una bella piazza con i portici. Manuela l'ho conosciuta là, al bar, una domenica pomeriggio. Giocavo in B con la Cremonese, tornavo dalla partita, avevo voglia di una cioccolata calda. Lei era con una sua amica, ci siamo soltanto guardati, ci siamo piaciuti subito. Il giorno dopo con una scusa sono andato a prenderla a scuola. Avevo diciott'anni, lei non ancora quindici. Non ci siamo più lasciati".

Quando vi siete sposati?
"Nell'82. Ero alla Juve. I miei testimoni sono stati Antonio Cabrini e Domenico Pezzolla, mio compagno a Cremona. Ora fa l'ambulante, vende formaggi".

Mai una crisi, mai un tradimento?
"In trent'anni abbiamo litigato una volta sola, colpa di una racchetta da tennis. Se mi chiede se le ho messo le corna le rispondo di no. Se per tradimento invece intende la mancata condivisione di una scelta e di una idea, allora le dico di sì, che a volte credo di averlo fatto. Nell'educazione dei figli, per esempio. Su questo piano sarò sempre in difetto nei confronti di mia moglie".

Padri e figli: che cosa ha imparato dai suoi genitori?
"Da mio padre il rispetto per chi lavora, spero di averlo fatto mio. Da mia madre la fisicità dell'amore, il non vergognarsi di volere bene. Dimostrarlo con il cuore, la testa, le mani".

E che cos'è l'amore?
"Credo ci siano diversi tipi di amore. Quello per una donna, quello per i figli, quello per gli amici. Ho scoperto che molte persone hanno paura di amare, hanno paura di vivere l'amore. Perché in amore devi dare, devi essere altruista. Forse è più facile non amare. Siamo spesso prigionieri del nostro egoismo".

Che cosa le ha insegnato Manuela?
"Tutto. Ho sempre le tasche vuote, non un soldo. Mai usato il bancomat, i soldi me li dava lei. Qualche giorno fa sono stato costretto a farmi prestare cinquanta euro da un collaboratore della società per fare benzina. Non mi sono ancora abituato... Manuela mi ha insegnato a usare le parole. Mi diceva: Cesare, la cosa più importante è sapere che cosa si vuole. Domandarselo e avere il coraggio di darsi le risposte. Quando sono diventato responsabile del settore giovanile dell'Atalanta mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Poi mi offrirono il Lecce. Le dissi: mi piacerebbe provare, ma solo se tu vieni con me. I bambini erano piccoli. Andiamo, mi rispose, ma promettimi che terrai i nostri figli fuori dal mondo del calcio".

A lei che cosa non piace di questo suo mondo?
"L'esasperazione, le polemiche, i processi, l'arroganza, la stupidità, l'oblio. Quando giocavo io ci divertivamo di più, tra compagni di squadra ci si frequentava dopo le partite, gli allenamenti. Mischiavamo le nostre solitudini. Oggi i calciatori lo fanno molto di meno. Questo mondo ha dato lavoro a tanti, ma tanti si prendono troppo sul serio. Eppure fai un mestiere che ti piace, ti danno un sacco di soldi, sei un privilegiato. Vivi una vita che non è normale. Se ho una qualità è quella di saper scegliere i miei abiti mentali. Non posso assumere un modo di essere che non è il mio. Non riesco a fingere, a mordermi la lingua, a mettere su il disco dell'ipocrisia".

Parlavate spesso di politica, lei e sua moglie?
"Poco. Ho votato la sinistra più di una volta, ho avuto ad un certo punto simpatia per il centrodestra. Sono stato un ondivago, come vede. Vorrei una politica liberata dall'ideologia. Non mi chieda di più. Non sono preparato".

Lei è ricco?
"Sto bene, molto bene. Ma la ricchezza non mi interessa. Mi preme la tranquillità economica dei miei figli. Nicolò ha ventitré anni, studia da manager dello sport. Carolina ne ha ventuno, fa lettere all'università e adora la danza. Non voglio diventare ricco. Voglio cercare di vincere qualcosa, questo sì".

Mi hanno raccontato che prima di prendere Capello, la Juventus la voleva come allenatore. Di fronte alla scrivania di Moggi lei sparò una richiesta altissima, Moggi si alzò, le strinse la mano e le disse arrivederci. È vero?
"Sì. Per la Juve avrei firmato in bianco, ma sapevo che non mi avrebbero preso. Chiesi quella cifra per andare a scoprire le loro carte. Non mi presero, come avevo previsto".

Quando si è ammalata Manuela?
"Sette anni fa. Allenavo il Venezia. Un nodulo a un seno. Sembrava routine. Operazione a Brescia. Meno di due anni dopo un problema a un linfonodo. Nuova operazione, parecchie metastasi, chemioterapia. Un disastro".

La Roma per qualche mese, poi le dimissioni. Perché?
"Manuela voleva stare a casa. Facemmo un patto, le dissi che se le cure fossero state invasive sarei stato ogni minuto al suo fianco. Era lei la mia priorità. La sua vita era la mia vita. Tornai a Orzinuovi. Molti si sorpresero, per me invece fu una scelta naturale. Il calcio a volte ha paura della normalità".

C'è stato un momento in cui ha creduto che Manuela si sarebbe salvata?
"Sì, dopo Parigi e un interminabile calvario di terapie chemioterapiche. I medici ci diedero molte speranze. Lei stava meglio. Venimmo a Firenze. Per quasi tre anni le cose sono andate bene. La scorsa primavera la situazione è improvvisamente precipitata, a maggio il tumore ha colpito il fegato. È stato l'inizio della fine. Da allora la lotta è stata soltanto contro il dolore, un dolore devastante, non più contro la malattia".

A chi altri avete chiesto aiuto in questi anni?
"A Dio. Siamo andati a Spello, da frate Elia. Lunghe, dolcissime chiacchierate. Sedute di preghiera. Emozionanti, commoventi. Manuela, io, i due ragazzi. Io ho la fede, l'abitudine alla preghiera. Lei era invece un po' come San Tommaso, ma l'incontro con frate Elia è stato straordinario. L'ha cambiata. Credo che senza di lui la mia Manu sarebbe morta prima".

Ora lei come sta?
"Sto. Quasi tutta la mia famiglia è venuta a Firenze, respiro quando sono con Carolina e Nicolò. Cerchiamo di capire assieme come ricominciare. Mi danno sollievo il campo, i ragazzi, le partite. Da solo mi sento sperduto".

E crede che rimarrà da solo?
"Adesso le posso solo rispondere di sì. Non riesco a immaginarmi con un'altra donna accanto. Penso che una persona che abbiamo tanto amato continui a vivere dentro di noi fino a quando moriremo a nostra volta".

A Firenze la strada principale che conduce allo stadio si chiama Viale dei Mille. Per un lungo tratto a ogni albero è appeso un cartellone dell'Associazione tumori della Toscana. Raffigura Cesare Prandelli sul prato del campo. È in giacca blu e cardigan viola. Non sorride. Con il braccio destro saluta i tifosi della curva Fiesole. È il suo modo di dire grazie.

(Repubblica)


Ho voluto riportare questa intervista a cuore aperto rilasciata da Prandelli a "Repubblica", traspare l'essenza di un uomo vero, traspare il significato delle parole "amore", "amare" e "per sempre", alcune cose vanno al di là, al di là di tutte le cose, non possono e non devono avere termini di paragone... ci ritroviamo nudi dinanzi al dolore e non ci resta spesso che sperare, credere poichè la rabbia, la disperazione non porta da nessuna parte. "Sto"...questa è la risposta data dal mister alla domanda "Adesso come sta?", ci si sente da soli, vuoti, manca il respiro, l'aria con la quale andare avanti...poi subentra la rassegnazione, la grinta, il coraggio,...la vita.

Buon cammino a tutti.

lunedì 9 giugno 2008

Pensa


Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra di faide e di famiglie sparse come tante biglie su un isola di sangue che fra tante meraviglie fra limoni e fra conchiglie...
massacra figli e figlie di una generazione costretta a non guardare a parlare a bassa voce
a spegnere la luce a commententare in pace ogni pallottola nell'aria ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno con dedizione contro un'istituzione organizzata cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro?
è nostra... la libertà di dire che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano... Non solo musica non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato Perché in fondo questa vita non ha significato Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa.

(Fabrizio Moro)




Perchè ricordare non deve più bastarci, non possiamo pensare alle vittime di mafia solo nel giorno in cui si ricorda la loro tragica morte, perchè dire che la mafia fa schifo non può e non deve più essere l'unica cosa forte da dire, occorre non abbassare la guardia, occorre lafiducia nelle istituzioni, "la mafia è più pericolosa quando non si vede, quando si fonde con la vita quotidiana"... non abbassiamo la guardia, la mafia è una montagna di merda, ricordiamolo sempre, ricordiamolo ancora, oggi piùche mai poichè è quando se ne parla poco che la mafia agisce. Perchè non ci siano più morti ammazzati, poichè non ci siano più morti invisibili.

MAI PIU'